I CARICABATTERIE TRADIZIONALI
In campo industriale i caricabatterie vengono chiamati anche raddrizzatori, in quanto prelevano corrente alternata dalla rete elettrica (a 220 o 380V) e la trasformano in corrente continua con diverse tensioni (da 12 a 80V) e amperaggi per ricaricare una batteria. Applicazioni tipiche riguardano la ricarica delle batterie dei carrelli elevatori elettrici.
I caricabatterie tradizionali sono costituiti da un trasformatore ed un raddrizzatore. Il primo, operante a frequenza di rete, risulta ingombrante e decisamente pesante. Il secondo opera ad elevate correnti, quindi tende a dissipare potenza per conduzione, secondo la legge di Ohm.
In media, un caricabatterie tradizionale può dissipare in calore il 44% dell’energia prelevata dalla rete elettrica. Un altro aspetto negativo di questi dispositivi è che non hanno “cura” della batteria e del suo stato; infatti, la tensione applicata alla batteria risulta incontrollata e direttamente proporzionale all’ampiezza del picco di rete. Questo porta ad una riduzione della vita utile della batteria, una riduzione della capacità e una maggiore manutenzione dovuta all’evaporazione del liquido (elettrolita) presente al suo interno.
Hanno il vantaggio di essere affidabili nel tempo e facilmente riparabili in caso di guasti o malfunzionamenti. Sono i più diffusi sul mercato e hanno prezzi relativamente contenuti (anche al di sotto dei 1.000 €).
I CARICABATTERIE “AD ALTA FREQUENZA”
Si stanno però diffondendo anche i caricabatteria “ad alta frequenza”. A differenza dei dispositivi precedentemente decritti, presentano uno stadio intermedio in alta frequenza a decine di kilohertz, caratteristica che permette loro di ridurre la quantità di materiale ferromagnetico applicato, con conseguente riduzione di costi, ingombri ed aumento dell’efficienza, con picchi fino al 90%.
Essendo più complessi, si compongono di molteplici “parti” alcune delle quali da applicare sulle stesse batterie per misurarne in tempo reale carica, tensione, temperatura e livello dell’elettrolita. I dati sono gestiti da una centralina che comunica con il caricabatteria per regolare costantemente amperaggio e tensione di carica. Ne deriva un risparmio energetico, in quanto viene assorbita esattamente la corrente necessaria per la ricarica, e un notevole aumento di vita utile della batteria (mediamente del 25%).
Inoltre, tali caricabatterie sono flessibili: grazie al controllo computerizzato, un unico caricatore può adattarsi a batterie differenti tra loro sia per tecnologia di costruzione, sia per tensione e capacità. Esistono inoltre applicazioni per pc e tablet che permettono di valutare in tempo reale tali parametri.
Considerando la maggiore efficienza di carica e l’aumento della vita utile delle batterie, tali dispositivi permettono un risparmio energetico ed economico notevole a fronte di un costo di investimento relativamente contenuto.
ANALISI DEI DATI
Di seguito sono riportati i dati emersi dall’analisi di un campione di 125 siti produttivi (scopri di più sull’analisi). L’installazione di Caricabatteria con inverter è stata proposta in 72 casi. Nella tabella viene indicata, per ciascun settore merceologico, la frequenza con cui sono stati suggeriti questi interventi:
Il valore medio del tempo di pay back semplice dei Caricabatterie con inverter, ponderato sul campione, è pari a 2,7 anni. Di seguito il tempo di pay-back distinto per comparto.
Infine riportiamo i dati sul risparmio economico potenziale:
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